Palazzo Comunale – Villa Tanzi Mira

La casa di campagna, così chiamata dai signori Tanzi Mira, con la sua storia e la sua autenticità, ora ristrutturata, è diventata la nuova sede del Municipio. Se da un punto di vista strettamente architettonico ed artistico la villa non presenta caratteristiche di eccezionale rilevanza, tuttavia costituisce uno degli esempi più belli e completi di architettura lombarda ottocentesca conservata ad Inveruno.
immagine del palazzo comunale (villa Tanzi Mira)

Villa Tanzi Mira è situata al centro del paese e, con il suo parco e gli altri edifici annessi quali la biblioteca comunale, il cortile del Torchio, la sala consiliare. La villa deve il suo nome alla famiglia Tanzi Mira che l’ha avuta in proprietà dalla fine dell’Ottocento fino al 1970, quando fu acquistata dal Comune di Inveruno con tutto il parco adiacente.

 

L’area su cui insistono gli edifici è già chiaramente identificabile nella mappa catastale disegnata nel 1722 in occasione del primo censimento del territorio dello Stato di Milano, portato a termine dall’Imperatrice Maria Teresa d’Austria. Risultava allora proprietaria la famiglia Bozzacchi di origine Milanese.

 

I Bozzacchi avevano altri terreni ad Inveruno; altrettanti e forse più ne possedeva la famiglia dei Rosnati, che nel 1858 risultavano proprietari della villa. Essi la ampliarono, utilizzandola non solo come luogo di villeggiatura per i familiari che abitavano a Milano, ma anche come centro di raccolta dei prodotti agricoli e di gestione e controllo del lavoro dei contadini.

 

Nel 1870 la villa fu acquistata dalla nobildonna Luigia Mira, moglie del nobile dottor Gaetano Tanzi, già proprietaria dei terreni adiacenti alla villa, avendoli ereditati dalla madre Carolina Orsini, figlia del nobile Luigi Orsini, “ultimo di sua schiatta”, che possedeva a Inveruno qualche cosa come 522 pertiche milanesi. Il nobile dottor Gaetano Tanzi, pagando ad Inveruno le tasse sulle proprietà possedute, per legge elettorale amministrativa allora vigente, che considerava elettore chi pagava imposte per almeno 5 lire l’anno, fu iscritto d’ufficio nel 1861 nelle liste degli elettori inverunesi, che all’epoca erano 105. Nel 1862 fu eletto consigliere comunale e assessore, divenendo per un breve periodo nel 1864 anche sindaco del paese. Svolse la sua attività di amministratore pubblico e di proprietario di una grossa azienda agricola fino alla fine del secolo. Nel 1865, l’anno successivo alla morte della nobildonna Luigia Mira, la proprietà, in assenza di eredi diretti, passò al nipote del dottor Gaetano Tanzi, figlio del fratello Giulio, anch’egli di nome Gaetano, con l’obbligo di aggiungere al proprio, il cognome Mira, in memoria della zia che lo aveva allevato, cosa che si verificò con regio decreto del 1891.

 

Il nuovo proprietario della villa, l’ingegner Gaetano Tanzi Mira, all’inizio del 1900 divenne assessore ad Inveruno, quando era sindaco l’ing. Ernesto Baffa; in seguito alla morte del Baffa avvenuta nel 1911, fu eletto sindaco, restando in carica fino al 1920. Gaetano Tanzi Mira conciliò la sua attività di amministratore pubblico con quella di avveduto industriale e diresse con passione e con liberalità la vasta azienda agricola ereditata dalla zia. Molte famiglie inverunesi furono per decenni braccianti e massari alle dipendenze della famiglia Tanzi Mira, abitando le case adiacenti alla villa. Durante il periodo della seconda guerra mondiale, la villa fu residenza abituale anche dei figli dell’ing. Gaetano Tanzi Mira e, a causa dello sfollamento, di parenti e cugini milanesi, che poterono liberamente giocare nell’ampio parco ricco di piante secolari.

 

particolare di un soffitto presente nel palazzo comunale

L’amministrazione comunale di Inveruno, nella persona dell’allora sindaco dr. Francesco Virga, intraprese nel 1969 i primi contatti con la famiglia Tanzi Mira per l’acquisizione della villa e delle proprietà annesse. L’anno successivo, la nuova amministrazione guidata dal sindaco Giovanni Marcora riprese i contatti con i proprietari, concludendo l’acquisto il 19 dicembre 1970. Con il passare degli anni il progressivo stato di degrado dei vari immobili impose un sollecito programma di ripristino. Gli interventi di ristrutturazione iniziarono nel 1975 e terminarono nel 1999.

 

I restauri hanno riportato la villa all’antico splendore, con le sue preziosità architettoniche ed artistiche. Di particolare pregio sono i soffitti decorati, ricostruiti come erano in origine. Le decorazioni pittoriche mostrano una variabilità di stili: notevoli sono al piano terreno gli affreschi della prima sala del camino, con motivi architettonici e floreali di ispirazione neoclassica; la sala d’angolo di fianco all’ingresso principale con un originale disegno a drappeggio diviso in tre campate, di gusto ottocentesco; al primo piano, nella sala d’angolo sud-est, il soffitto tripartito incornicia un motivo geometrico floreale, ciascuno dei quali dà risalto a due medaglioni con dipinti paesaggistici che ripropongono vedute d’acqua in ambiente agreste e urbano.

 

Il torchio

foto del torchio presente nella villa tanzi

Sotto i portici di Villa Tanzi c’è un grande torchio a vite in legno e pietra, lungo 14 metri e alto 5.
Costruito nel 1759 per la pigiatura dell’uva da vino, il gigantesco torchio testimonia l’antica diffusione della coltivazione della vite nelle campagne di Inveruno.

L’imponente macchinario rimase in funzione fino al 1870, momento dell’abbandono di questo tipo di coltivazione a causa della diffusione della filossera (un insetto di provenienza nordamericana che distrusse i vitigni), ed in seguito all’apertura del canale Villoresi (1886), che rendendo irrigue le campagne della zona portò a cambiamenti nelle colture tradizionali. Si ha notizia di un ultima pigiatura nel 1914.

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